In occasione della doppia personale di Claudia Fuggetti e Giulia Manfredi – Event Horizon – in corso presso Red Lab Gallery, pubblichiamo il testo critico del curatore Lorenzo Madaro, per gentile concessione dell’autore.
Molto diverse tra loro per approcci, linguaggi, esperienze, geografie di provenienza e d’azione, le due artiste si incontrano in un terreno comune, mettendosi in discussione, confrontandosi, contrapponendosi, anche, e concependo un discorso che riguarda intimamente Red Lab Gallery e il suo spazio avvolgente. Insieme hanno immaginato un luogo altro, in cui interrogarsi ma anche riflettere; in cui meditare ma anche agire e in cui accompagnarci in quello che è un viaggio di conoscenza e di stupore. Con Event Horizon si definisce la superficie limite oltre la quale alcun evento che accade oltre di esso può influenzare un osservatore estraneo al contesto.
Claudia Fuggetti e Giulia Manfredi hanno preso in prestito questo riferimento – che ha ispirato anche il cinema (basti pensare all’omonimo film del 1997) e altri ambiti della cultura visuale – per costruire un orizzonte volutamente perimetrato entro il quale siamo invitati a perlustrare con lo sguardo le luminose visioni, i profili arcani, le superfici volutamente piatte e le epidermidi ruvide, stratificate, la bidimensionalità e la dimensione installativa, in un costante e imperturbabile gioco di rimandi, metamorfosi di luce, osservazioni frontali ma anche perlustrazioni sui linguaggi stessi adottati.
La mostra rappresenta un ambiente totale, immersivo, in cui rigenerare una visione di un mondo altro, in cui compiere dei passi, addentrandosi in esso, per scoprire dettagli orientandosi nelle apparizioni, nelle luci e nel buio, nei segni e nelle immagini in perenne metamorfosi.
Event Horizon è un giardino entro cui le due artiste hanno installato i propri lavori recenti per indirizzarci alla scoperta delle radici proprie del loro stesso operare.
Adottando la fotografia come strumento per un’investigazione che vuole essere prima di tutto emotiva e mai documentaristica, Claudia Fuggetti la trasforma attraverso l’ausilio del digitale per consentirci di addentrarci in un territorio fantastico in cui però è evidente che il punto di partenza di tutto è un’analisi sul paesaggio e sulle sue connotazioni estetiche. Il lessico tecnologico gioca una parte preponderante non soltanto in termini tecnici e processuali, ma anche nel senso stesso delle sue immagini ri-costruite, in cui tutto è restituito con colorazioni, forme e affiancamenti in continua trasformazione. L’aspetto cromatico, in tal senso, assume un ruolo primario perché capace di stabilire il senso più profondo di questa trasformazione che appare come in costante divenire. Il suo lavoro pone così la base per un discorso che si allontana gradualmente da una natura come luogo di accoglienza dell’umano per divenire puro spazio per specie di vita botaniche in cui l’uomo sembra quasi del tutto assente.
Il lavoro di partenza appartiene intimamente a un’idea dilatata di paesaggio, costantemente da reinventare, trasformandolo parzialmente o in toto, secondo una specifica metodologia insieme delicata e irruenta. Lo stesso accade quando l’artista stampa su tessuto, liberando l’opera dal suo perimetro per aprirla completamente nello spazio aperto della galleria.
Le opere delle due artiste dialogano, si confrontano in maniera serrata nello stesso ambiente e nei suoi livelli intermedi.
Giulia Manfredi agisce con la tridimensionalità di una scultura che ha una sensualità interna, nella sua ruvidezza, in quella sua capacità di innestare materiali, dal marmo ai cristalli, ad altri brandelli di materia, in grado di echeggiare e poi di ospitare interi brani di natura. Sulla dicotomica dialettica tra fragilità e infrangibilità, tra vita e morte, tra sublimazione e violenza e tra classicità di alcuni materiali e adozione di supporti tecnologici per la loro stessa lavorazione si compone un universo sfaccettato, sorprendente e visionario. Ne è un esempio Entropy l’opera inedita realizzata a quattro mani con Steffen Klaue.
Giulia Manfredi e Steffen Klaue, Entropy, 2024. Courtesy degli autori
Anche nel suo lavoro si respira una metamorfosi dirompente, penetrante e al contempo delicata e rarefatta.
È quella, nel suo caso, di una scultura che diventa quasi un rituale magico, un riferimento cosciente e materico da contemplare con la percezione della vista in tutte le sue sfaccettate e infinitesimali masse. L’opera inedita presentata per Event Horizon diviene così un microcosmo che ci sembra raccontare una realtà lontanissima da noi ma che invece è premonitrice di un possibile mondo surreale che, in fondo, è accanto a noi e, probabilmente, in parte già dentro di noi.
Giulia Manfredi costruisce micromondi in tridimensione, in cui la natura non è rappresentata ma viva, mobile, stratificata, in grado di far convivere materiali plastici con quelli vegetali, elementi rigidi e immodificabili con brani vegetali che costantemente transitano in una dimensione altra.
LA MOSTRA
EVENT HORIZON
Doppia personale di Claudia Fuggetti e Giulia Manfredi
a cura di Lorenzo Madaro
25 ottobre – 31 dicembre 2024
Red Lab Gallery, via Solari, 46 – Milano
www.redlabgallery.com – info@redlabgallery.com