ARTISTI DI CONFINE | ARTISTI SUL CONFINE
Non troppo spesso, nell’ambito delle arti visive, abbiamo assistito a discussioni sul confronto tra il modo di vedere il corpo dal punto di vista maschile e da quello femminile, tra il modo di percepire il sesso dal punto di vista etero e da quello gay/lesbico, tuttavia è abbastanza infrequente trovarsi in presenza di un approccio a queste tematiche di tipo “neutro”, o meglio: un approccio che consideri il corpo e il sesso per ciò che sono, senza sovrastrutture. È questo il concetto puro che sta alla base del lavoro di una vita di Lorna Boschman (1955), video artista canadese che vive e lavora a Vancouver. Dal 1986 Boschman inizia a realizzare opere e documentari. I suoi video ricevono numerosi riconoscimenti, tra cui un Kathleen Shannon Award e due Golden Sheaf Awards. Per quasi un decennio Boschman ha preso parte all’Artist-run Media Arts Centre Video In Studios (VIVO), e ha collaborato con il collettivo artistico e performativo Kiss and Tell. I suoi lavori sono passati attraverso collettive, personali e screening, in gallerie, festival e musei, tra cui il MoMA di New York, e sono oggi parte della collezione della National Gallery of Canada. Nel 2016 vince il Vancouver Mayor’s Arts Award Film and New Media, mentre nel 2018 fonda la EastVan Digital Stories che si prefigge di formare nuove alleanze con il tessuto artistico e espositivo del territorio allo scopo di favorire nella comunità una connessione più profonda attraverso la co-creazione di storie digitali.
Alice Hamilton’s belvedere / a love story. Riprese, musica, sceneggiatura, editing: Alice Hamilton. Supervisione: Lorna Boschman e Sebnem Ozpeta. Video realizzato durante i workshop Mount Pleasant Community Art Screen 2018, presso la grunt gallery di Vancouver per i residenti locali, in collaborazione con il team EastVan Digital Stories.
Lorna Boschman affronta l’universo femminile in modo diretto trattando temi come l’essere grassa, lesbica, ammalata di cancro o di depressione senza quasi esistere dietro la macchina da presa. Gli intervistati, individui che conosce personalmente e che frequenta da una vita, ricevono l’input per poi lasciarsi andare al racconto della propria esperienza senza nessun senso di colpa o vergogna per una condizione che nella vita finta e patinata che ci circonda è diventata anormalità ma che nelle opere da lei rappresentate è quanto di più normale possa esistere.
In molti dei video proposti nel corso della sua vita artistica la Boschman utilizza il linguaggio biografico per esplorare i temi di genere e della cultura LGBTQ lasciando i soggetti intervistati totalmente liberi di esprimere il proprio pensiero, senza sovrapposizioni di significati o interpretazioni perché la grazia che l’artista mette nello stare ad ascoltare ciò che viene esposto e guardare ciò che accade appare talmente discreta e priva di giudizio da trasformare l’interlocutore mettendolo in una condizione di fiducia: egli sa che le sue parole e le proprie azioni non potranno essere fraintese perché non saranno manipolate.
La struttura dei video realizzati da Lorna Boschman è molto semplice, quasi completamente priva di effetti scenici come a voler sottolineare che la forma non ha alcuna importanza: una macchina da presa riprende gli intervistati per lo più frontalmente sovrapponendo i loro volti a un’altra ripresa che ha a che fare con ciò di cui si sta parlando, ma tale struttura rispecchia anche l’interesse dell’autrice verso l’esperienza didattica e formativa che l’ha condotta a creare attività come il Feminist TV cooking show Jill & Lorna’s Kitchen. Dedicated to fine home cooking in collaborazione con Jill Mandrake, che sembra fare il verso alle odierne trasmissioni sul cibo ma con un impianto scenico molto più realistico e decisamente divertente che, come nella migliore tradizione alla Buster Keaton, mantiene un dignitoso aplomb.
Triple Layer Cake Disaster, Jill & Lorna’s Kitchen. «Jill è impegnata a preparare la sua prima torta a triplo strato, ma il disastro è dietro l’angolo. Scopri come risparmiare da 3 a 4 uova all’anno su Jill e Lorna’s Kitchen» (2007).
Torniamo però al corpo. Si può dire che Lorna nella propria vita abbia sentito la necessità impellente di rendere visibile, nella sua reale naturalezza, le fattezze di un corpo che normalmente viene censurato. Nei suoi video possiamo ascoltare dalla voce delle dirette interessate cosa significhi per loro sentirsi o meno una “ragazza”. Nel video Boygirl (1999), tre donne che nella loro esistenza sono state a volte scambiate per uomini in differenti occasioni, danno vita a una discussione sull’identità di genere e la sua possibile ambiguità. In un altro video (BIG/FAT Slenderella, 1993) altre donne hanno vissuto e vivono l’essere grasse, la discussione porta a riflettere su quanto questo stato diventi deprecabile se abbiamo a che fare con il mondo degli uomini e quanto invece sia normale se riferito al mondo degli animali: di una balena o di un elefante si dice che è grande mentre di una persona si dice che è grassa, sottolineando inoltre come lo stimolo esterno spinga sempre a cercare di dimagrire. Nel video vediamo la stessa autrice trascinare una bilancia legata al piede, come fosse la simbolica palla del carcerato, che alla fine distrugge a martellate, immagine che si sovrappone al mondo delle profondità marine ove i beluga nuotano agilmente nonostante le loro dimensioni.
Analogamente il corpo e la sua naturalezza vengono rappresentati anche nell’atto erotico lesbico (True Inversion, 1992). Qui l’intensità del sesso e la bellezza del corpo scaturiscono dalla diversità, viene esaltata l’essenza della relazione tra i corpi che si trasforma in percezione vera, conoscenza profonda e sensoriale, nulla a che vedere con lo stereotipo della pornografia da sempre legato all’immagine del sesso omosessuale.
Un altro tema caro alla ricerca di Lorna Boschman è quello della malattia e del disagio psichico. La video artista canadese dedica a questi temi una parte sostanziale della propria ricerca. In From the Inside/OUT! (2000) è ancora il corpo, recluso e liberato, dei narratori che racconta la propria relazione con il luogo che li ha rinchiusi per anni perché affetti da disturbi della psiche. Attraverso un lavoro di collage visual/narrativo essi hanno collocato se stessi all’interno e al di fuori di quel mondo, un’altra condizione posta ai margini che in Canada, come accadde in Italia all’epoca della legge Basaglia, ha finalmente ridato dignità e libertà al vivere di queste persone. “Oggi è oggi, vivo per questo giorno” dice infatti uno degli intervistati con commozione come ad affermare che si può essere se stessi sempre: dall’interno all’esterno e al contrario.
I protagonisti di questo video pluripremiato, realizzato da Lorna Boschman, ripercorrono il loro viaggio dalla reclusione e dalla segregazione alla vita nella comunità, diventando pionieri del primo tentativo riuscito in Canada di chiudere grandi istituti per persone con disabilità dello sviluppo. From the Inside/OUT! si basa su una mostra d’arte unica e potente creata da 28 sopravvissuti di istituzioni che hanno lavorato in collaborazione con l’artista Persimmon Blackbridge. Attraverso un ricco arazzo di immagini e ricordi parlati, il video presenta in modo eloquente la causa contro l’istituzionalizzazione, fornendo allo stesso tempo una straordinaria testimonianza di coraggio, resistenza, dignità e creatività. Impegnativo, provocatorio e commovente, From the Inside/OUT! mostra un capitolo importante ma poco conosciuto della storia sociale canadese: il tentativo di includere le persone con disabilità dello sviluppo all’interno della comunità.
Nel 2014 Lorna Boschman tocca l’Italia durante il tour che la vede impegnata per la prima volta in Europa con la sua ricerca From the Inside/OUT! A Milano è ospitata dallo spazio ‘O per una settimana di esposizioni, conversazioni, visite guidate e… cucina! naturalmente.